Poeta di grande novità rispetto alla precedente
Scuola siciliana e a quella
toscana, è considerato l'iniziatore e l'inventore del
Dolce stil novo, la corrente letteraria italiana del
XIII secolo di cui la sua canzone "
Al cor gentil rempaira sempre amore" è considerata il manifesto ufficiale. Nella stessa, fondamentale canzone (Canzoniere, IV), quasi a rafforzare il delicato e innovativo concetto, il poeta bolognese aggiunge pochi versi più in là che "foco d'amore in gentil cor s'aprende": ecco insomma confezionato nella sua testuale pienezza l'incipit famoso di Francesca nel canto V dell'Inferno. In sostanza, bastano questi due endecasillabi per cancellare la presunta originalità del celebre, dantesco "Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende", originalità che qualche esegeta fanatico volle cogliere e difendere con mal riposta insistenza. Quantunque la sua biografia mantenga qualche zona d'ombra, Guinizelli occupa un posto di assoluto rilievo nella storia della letteratura italiana; la sua produzione lirica fu molto apprezzata dai contemporanei e dallo stesso
Dante Alighieri, che non esita appunto a dichiararlo, con ammirazione e commozione,
padre suo e quindi maestro, nel
canto XXVI del
Purgatorio. È anche noto come giullare, che faceva divertire gli ammalati donadogli un po' di sorriso e affetto.