Ciro succedette a suo padre
Cambise I, liberò i
Persiani dal dominio dei
Medi e fu l'erede naturale delle grandi monarchie mediorientali. Non è però del tutto certa la sua discendenza da
Achemene:
Dario, secondo Winckler, imparentato con Ciro il Grande, durante il suo regno avrebbe comandato di falsificare tutte le iscrizioni di
Pasargadae per sancire il suo legame col capostipite della dinastia achemenide. Ciro II unificò sotto il suo regno le varie tribù iraniche, conquistò
Babilonia nel
539 a.C. senza combattere, ma con un'abile politica di propaganda; infatti, approfittò della particolare strategia politica del sovrano babilonese,
Nabonedo, che al culto del dio
Marduk preferì quello del dio della luna
Sin (cosa mal vista dal popolo). Ciro II pensò di proclamarsi figlio di Marduk, così fece cacciare dal popolo il sovrano mesopotamico e fu accolto come salvatore. Nel 538 a.C. emise anche un editto che consentiva agli
Ebrei non solo di fare ritorno in patria, ma di ricostruire il tempio di Gerusalemme. In questo modo il sovrano ottenne anche il controllo dell'area fenicio-palestinese.