I
dialetti della Puglia, storicamente parlati nell'attuale regione amministrativa, non formano una compagine omogenea. I dialetti della Puglia settentrionale sono alto-meridionali, e costituiscono un sottogruppo della
lingua napoletana. Nella parte meridionale della Puglia, il gruppo dei dialetti
salentini sono una varietà della
lingua siciliana. Il tratto principale che separa i due gruppi pugliesi è il trattamento delle vocali non-accentate (vocali “atone”) finali: nei dialetti
alto-meridionali queste subiscono il noto mutamento in
/ə/ (vocale popolarmente definita “indistinta”), mentre questo non avviene nel gruppo salentino né negli altri dialetti della lingua
calabro-siciliana. Si tratta della stessa divisione che intercorre fra Calabria settentrionale e meridionale, e dunque – nell'insieme – fra lingua
napoletana/pugliese e
calabro-siciliana. Questo
affievolimento delle finali non-accentate ha delle ripercussioni sui fatti morfologici, ad esempio sulla formazione del plurale dei sostantivi (mediante il fenomeno della
metafonesi). L
'affievolimento/indebolimento delle non-accentate, di fatto, è un fenomeno che coinvolge i suoni a livello di sistema, poiché comporta l'introduzione di una vocale in più (/ə/). Molto più a nord, la diversità sistematica forma anche il confine coi
dialetti mediani dell'italiano.