Soprannominato
il Vate, cioè "guida degli altri uomini" cantore dell'Italia umbertina, occupò una posizione preminente nella
letteratura italiana dal
1889 al
1910 circa e nella vita politica dal
1914 al
1924. È stato definito «eccezionale e ultimo interprete della più duratura tradizione poetica italiana […]» e come politico lasciò un segno nella sua epoca e una influenza sugli eventi che gli sarebbero succeduti.