La
Rivolta di Gennaio fu la più lunga rivolta
polacca,
lituana e
bielorussa contro l'
Impero russo: ebbe inizio il 22 gennaio
1863 e gli ultimi insorti non furono catturati che nel
1865. Iniziò come protesta spontanea da parte dei giovani polacchi contro la
coscrizione all'interno dell'esercito russo; a loro si unirono subito diversi politici polacchi e alti ufficiali dell'esercito
zarista. Gli insorti, in numero molto inferiore ai russi e privi del sostegno estero, furono obbligati a tattiche di
guerriglia; essi non riuscirono ad ottenere nessuna grande vittoria e durante la campagna non fu tolta ai russi alcuna città o fortezza nella Polonia occupata. La rivolta ebbe tuttavia successo nel vanificare gli effetti dell'abolizione della
schiavitù effettuata dallo
zar, che aveva pensato così di conquistare l'appoggio dei contadini emancipandoli e mettendoli contro il resto della nazione polacca. Dopo la rivolta, vennero effettuati diversi atti di repressione contro i polacchi, come esecuzioni pubbliche, o
deportazioni in
Siberia, che ebbero l'effetto di indurre i
polacchi ad abbandonare la battaglia armata e ad attestarsi invece su una linea di "lavoro organico" — il miglioramento economico e culturale.